Cittá della Pieve
Livello 15

Cittá della Pieve
La storia.
Pur sviluppatasi per lo più dall’età medievale, il territorio di Città della Pieve conobbe senz’altro la presenza umana almeno sin dall’epoca etrusca.
La presenza dell’antico popolo d’Etruria nel territorio pievese è confermata da una copiosa quantità di rinvenimenti archeologici..
In epoca romana, il colle ove oggi sorge il borgo fu noto come “Monte di Apollo”, forse per la presenza di un tempio dedicato al dio del Sole.
Le prime origini della futura Città della Pieve come centro abitato risalgono, tuttavia, all’Alto Medioevo. Nel VII secolo d.C., l’area cadde sotto la dominazione dei Longobardi, che fortificarono il colle pievese, posto ai confini meridionali del Ducato di Tuscia, in funzione di avvistamento della bizantina Perugia.
Nel centro fortificato fu realizzata una pieve , cioè una chiesa con fini battesimali. L’edificio di culto fu intitolato ai Santi Gervasio e Protasio, martiri assai venerati presso i Longobardi. Dai termini suddetti e dal nome del primo santo, nacque l’originario toponimo del borgo: “Castrum Plebis Sancti Gervasi”.
Frattanto, il progressivo impaludamento della sottostante Val di Chiana costrinse le genti della pianura a trasferirsi in alto. Il piccolo castrum conobbe così un sensibile incremento demografico e, attorno all’anno Mille, probabilmente sotto l’egida della nascente potenza di Perugia, fu munito di una cinta muraria ed elevato a “castello”, assumendo il nome di “Castel della Pieve”.
Nei decenni a seguire, il borgo crebbe ulteriormente in popolazione, grazie allo sviluppo dei commerci e delle attività economiche, fra cui, in particolare, la produzione del laterizio e la lavorazione del ferro battuto, nonché di un tessuto assai pregiato e ricercato: il panno cremisi. A ciò contribuiva anche la felice posizione di Castel della Pieve, posta a ridosso di una delle principali arterie di comunicazione dell’epoca.
Nel 1188, Castel della Pieve cadde sotto la dominazione di Perugia, che la pose a controllo del Chiugi (l’area compresa fra il Lago Trasimeno e il Lago di Chiusi). Nel 1228, approfittando del conflitto scoppiato fra le truppe imperiali e senesi e le città umbre di Orvieto e Perugia, Castel della Pieve si ribellò a quest’ultima, proclamandosi libero comune sotto la protezione dell’imperatore Federico II di Svevia.
Nel 1250, dopo la morte di Federico II, Perugia riprese il comando del borgo e al fine di evitare una nuova ribellione, il governo perugino vietò che Castel della Pieve potesse ulteriormente espandersi affinché non divenisse ancor più potente. Per tale motivo, il definitivo assetto dell’impianto urbanistico cittadino sarebbe rimasto, sino ad oggi, quello consolidatosi durante l’epoca comunale, nel secondo quarto del XIII secolo.In realtà, la dominazione perugina non fu scevra di interventi architettonici sul borgo. Tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento, furono eretti svariati edifici: dalla nuova Pieve (futura Cattedrale) dei Santi Gervasio e Protasio al Palazzo dei Priori, dalla Torre Civica alla Torre del Vescovo, oltre alla stessa Rocca Perugina.
Ma l’avversità dei pievesi a Perugia, nonché al Papato, non si sarebbe sopita, tanto che nel 1375 Castel della Pieve si ribellò nuovamente, aderendo alla Lega della Libertà e alleandosi a Milano e Firenze. L’episodio suscitò le ire del pontefice Bonifacio IX, che nel 1403 punì Castel della Pieve con l’interdetto, provvedimento avente l’effetto di impedire lo svolgimento delle funzioni religiose presso un determinato luogo.
Per la città si aprì un’epoca di particolare instabilità politica, con la caduta sotto il dominio di celebri condottieri quali Biordo Michelotti e Braccio Fortebraccio da Montone, ambedue signori di Perugia, che la riportarono sotto l’influenza di quest’ultima.
Tra il 1448 ed il 1450, nacque a Castel della Pieve Pietro Vannucci, meglio noto come “il Perugino”, fra i più celebri artisti del Rinascimento italiano, di alcune delle cui opere si sarebbe fregiata anche la sua città natia.
Nel 1529 papa Clemente VII pose Castel della Pieve sotto il diretto controllo pontificio. Da allora, l’amministrazione del borgo sarebbe stato a lungo assegnata a governatori di nomina papale, per lo più cardinali o parenti dei medesimi pontefici.
Nel 1600, il castello fu elevato da papa Clemente VIII a “Città”. Il toponimo divenne così “Città di Castel della Pieve”, che a breve, per la lunghezza e per l’eccessiva somiglianza con “Città di Castello”, divenne “Città della Pieve”.
Il medesimo pontefice, con la bolla “In supereminenti” del 25 settembre 1600, proclamò il borgo sede diocesana, in tal modo svincolando il circondario pievese dalla diocesi di Chiusi, di cui faceva parte fino allora.
Il Seicento fu un’epoca tutt’altro che pacifica per Città della Pieve, che sorgeva in prossimità del confine fra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Sul finire della prima metà del XVII secolo, le ambizioni di dominio da parte di papa Urbano VIII sul Ducato di Castro condussero ad un sanguinoso conflitto che coinvolse anche Città della Pieve. Nel 1643, infatti, il borgo, difeso da un piccolo contingente papale comandato da Frizza Napolitano, fu espugnata dall’esercito toscano, guidato dal principe Mattias de’ Medici e dal condottiero aretino Alessandro Dal Borro.
L’occupazione toscana durò oltre un anno, fino a quando Città della Pieve rientrò nel dominio pontificio.
A seguire, rilevanti interventi architettonici e la bonifica della Val di Chiana impressero a Città della Pieve l’affascinante aspetto odierno, nel quale, entro un impianto urbanistico di origine medioevale, si sono alternati pregi rinascimentali, barocchi, manieristi, rococò e neoclassici. Rendendo, così, il borgo uno straordinario scrigno di bellezza, pronto ad aprirsi al visitatore.

Cosa vedere
Il centro storico conserva l’assetto urbanistico originario medievale su cui si sono inseriti aspetti architettonici di stile rinascimentale, barocco, rococò e neoclassico: questo testimonia la grande vivacità artistica della cittadina.
Tra i monumenti importanti ci sono il Duomo, cioè la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio, dove sono custodite le opere del Perugino e del Pomarancio (noti pittori di Città della Pieve) e l’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, con l’Adorazione dei Magi (del Perugino).
Da visitare anche la Torre Civica (XII secolo), la Torre del Vescovo, torre di avvistamento progettata dagli architetti Ambrogio e Lorenzo Maitani nel 1326, la Rocca con le sue cinque torri (1326), il Palazzo della Corgna costruito su progetto dell’architetto Galeazzo Alessi (XVI secolo), dove si trova la biblioteca comunale e dove hanno luogo alcune mostre, il Palazzo Bandini (XVI secolo) e il Palazzo Baglioni (XVIII secolo).
Fuori dalle mura della città si trova la Chiesa di Santa Maria dei Servi.
Molto affascinanti sono i famosi Vicoli del centro storico, che attraggono numerosi turisti. Il vicolo più particolare è il Vicolo Baciadonne, tra i vicoli più stretti d’Italia e d’Europa: la sua larghezza va dai 50 ai 70 cm e i visitatori devono percorrerlo in fila indiana!
Da visitare anche la Torre Civica (XII secolo), la Torre del Vescovo, torre di avvistamento progettata dagli architetti Ambrogio e Lorenzo Maitani nel 1326, la Rocca con le sue cinque torri (1326), il Palazzo della Corgna costruito su progetto dell’architetto Galeazzo Alessi (XVI secolo), dove si trova la biblioteca comunale e dove hanno luogo alcune mostre, il Palazzo Bandini (XVI secolo) e il Palazzo Baglioni (XVIII secolo).
Fuori dalle mura della città si trova la Chiesa di Santa Maria dei Servi.
Molto affascinanti sono i famosi Vicoli del centro storico, che attraggono numerosi turisti. Il vicolo più particolare è il Vicolo Baciadonne, tra i vicoli più stretti d’Italia e d’Europa: la sua larghezza va dai 50 ai 70 cm e i visitatori devono percorrerlo in fila indiana!

Tradizioni e artigianato di Città della Pieve
Città della Pieve è ricca di storia, cultura, arte e tradizioni che legano il passato al presente.
La cittadina ha una caratteristica che la rende unica: è costituita di mattoni rossi. Gli abitanti infatti, nel corso dei secoli, si sono specializzati nella produzione del laterizio, i mattoni di colore rosso che caratterizzano le case, le facciate e le pavimentazioni della città.
La produzione artigianale è nota anche per la lavorazione di ricami, pizzi e merletti.
Città della Pieve è famosa anche per la produzione di una pregiata qualità di zafferano: a questa spezia è dedicata ogni anno la sagra Zafferiamo. Gli usi di questo prodotto sono molteplici: dalla cucina alla pittura, fino alla cosmesi e ai tessuti.
La cittadina umbra vanta anche una produzione pregiata di vino e olio.
Il passato medievale viene rievocato ad agosto, durante il Palio dei Terzieri: la cittadina è piena di colori e bandiere, tra le botteghe aperte degli artigiani e degli artisti e le taverne antiche. I cittadini sfilano per le strade indossando abiti storici di cavalieri, dame e popolani.
Durante le festività pasquali c’è la Mostra Mercato, in cui vengono esposti i prodotti tipici agricoli, gastronomici e artigianali.
La cittadina ha una caratteristica che la rende unica: è costituita di mattoni rossi. Gli abitanti infatti, nel corso dei secoli, si sono specializzati nella produzione del laterizio, i mattoni di colore rosso che caratterizzano le case, le facciate e le pavimentazioni della città.
La produzione artigianale è nota anche per la lavorazione di ricami, pizzi e merletti.
Città della Pieve è famosa anche per la produzione di una pregiata qualità di zafferano: a questa spezia è dedicata ogni anno la sagra Zafferiamo. Gli usi di questo prodotto sono molteplici: dalla cucina alla pittura, fino alla cosmesi e ai tessuti.
La cittadina umbra vanta anche una produzione pregiata di vino e olio.
Il passato medievale viene rievocato ad agosto, durante il Palio dei Terzieri: la cittadina è piena di colori e bandiere, tra le botteghe aperte degli artigiani e degli artisti e le taverne antiche. I cittadini sfilano per le strade indossando abiti storici di cavalieri, dame e popolani.
Durante le festività pasquali c’è la Mostra Mercato, in cui vengono esposti i prodotti tipici agricoli, gastronomici e artigianali.
(tesi elaborati da Cristina)